Prostatectomia robotica
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RARP (Robotic Assisted Radical Prostatectomy)
La prostatectomia robotica è un intervento chirurgico non invasivo che viene eseguito per via laparoscopica con l’ausilio di un sistema robotizzato per asportare la prostata in caso di tumore.
Come si svolge la prostatectomia robotica?
Durante la #prostatectomia radicale robotica vengono introdotti degli strumenti (cannule di soli 5-12 mm di diametro) per via laparoscopica (mediante piccoli fori sull’addome del paziente) che vengono collegati a un sistema robotizzato e che vengono comandati tramite apposita console dal chirurgo, in remoto. Attraverso l’introduzione di un’apposita telecamera e l’introduzione di alcuni strumenti operatori (forbici o pinze o partaghi è possibile eseguire dei movimenti accurati osservando su un monitor tridimensionale le immagini catturate dalla telecamera. Grazie alla precisione dei movimenti chirurgici e la mancanza di sanguinamento dovuta al pneumoperitoneo è possibile asportare la prostata (ed eventualmente i linfonodi circostanti) mantenendo integri i nervi della erezione che decorrono molto vicini alla prostata stessa riuscendo così a conservare l’erezione e la continenza. Come si evidenzia dalla figura non si effettua alcuna lunga incisione sull'addome del paziente come avverrebbe con la chirurgia open (a cielo aperto).
Cosa consiste la procedura di prostatectomia robotica
Durante la #prostatectomia radicale robotica, mediante l'ausilio di appositi strumenti (vedi foto sotto) viene asportata tutta la prostata e le vescicole seminali (a lei adiacenti). Qualora vi è un alto rischio che il tumore abbia già disseminato delle metastasi, viene eseguita anche l'asportazione dei linfonodi satelliti che sono situati a livello dei grossi vasi venosi e arteriosi della pelvi (cioè tutte le sede probabile più probabile di metastasi)
La prostatectomia è un intervento doloroso e/o pericoloso?
L’intervento non è invasivo (vengono eseguite piccole incisioni addominali e non viene praticato alcun lungo taglio) e pertanto non è doloroso. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che è un intervento molto sicuro, mentre i rischi di alcune complicanze come l’impotenza e l’incontinenza urinaria, così come anche le perdite ematiche e di dolore post-operatorio, sono significativamente ridotti rispetto all’intervento di prostatectomia radicale tradizionale a cielo aperto.
Chi può sottoporsi al trattamento?
Tutti i pazienti con un tumore prostatico localizzato (non metastatico) di qualsiasi gravità possono eseguire e giovarsi di tale tecnica chirurgica. Dato che l’intervento viene eseguito su un lettino che deve essere inclinato di 35 gradi a testa in giù, chi soffre di glaucoma oculare o è un grave cardiopatico non è un ideale candidato a questa chirurgia. I pazienti già sottoposti in passato a pregressi interventi chirurgici addominali per altre patologie sono da valutare attentamente dal chirurgo e devono essere selezionati.
Follow-up
Dopo 2-3 gg dall’intervento il paziente viene generalmente dimesso con il catetere vescicale che deve rimanere in sede per un totale di 7-8 gg. Dopo la rimozione del catetere il paziente dovrà eseguire dei controlli regolari per monitorare l’insorgenza di eventuali complicanze e l’insorgenza di eventuali recidive.
Sono previste norme di preparazione?
Come per tutti gli interventi, sono necessari alcuni accertamenti preoperatori di laboratorio, l’elettrocardiogramma, la radiografia al torace, la visita cardiologica e la visita anestesiologica. Per affrontare al meglio l’intervento e per facilitare il chirurgo è importante raggiungere un peso corporeo ottimale ed eventualmente eseguire una dieta per ridurre il peso in eccesso: è necessario inoltre seguire le indicazioni fornite dal medico sui farmaci assunti quotidianamente. Può essere utile eseguire pre-intervento una visita fisiatrica con uno specialista per una riabilitazione del pavimento pelvico